Marsala – Cripte e metodi di Imbalsamazione dei Corpi

Marsala – Cripte e metodi di Imbalsamazione dei Corpi.

Dell’ottimo stato di conservazione e delle tecniche che hanno reso immortali i corpi di antichi egizi, cinesi e altri popoli antichi, attraverso il processo di mummificazione, se ne è più che scritto; meno invece sulle tecniche adottate dai monaci cattolici per la conservazione dei corpi ancora giacenti nei nostri monasteri.

Le catacombe dei Cappuccini di Palermo, le Mummie di Ferentillo in Umbria, la chiesa dei  morti in Urbania nelle Marche, sono solo alcuni esempi di suggestivi, ma nello stesso tempo inquietanti, esempi di conservazione di corpi mummificatisi nel tempo.

Pochi i trattati e i resoconti che riportano le tecniche adottate dai monaci per l’arte della mummificazione.

Di solito il procedimento per imbalsamare i corpi si articolava in varie fasi.

La prima fase prevedeva la rimozione degli organi interni e la scolatura del corpo in appositi “Scolatoi” posti in ipogei all’interno delle chiese o dei conventi chiamati “Putridaria” o “Camera di Mummificazione”.

Inizialmente i corpi dei defunti, venivano posti in posizione seduta orizzontale o verticale, in appositi “Troni” in muratura, ove la fuoriuscita dei liquidi potesse essiccare il corpo.

Un ampio foro centrale al di sotto dello scolatoio raccoglieva i liquidi cadaverici  indirizzandoli in un recipiente atto alla raccolta  che veniva periodicamente sostituito.

Successivamente, completata la scolatura, i corpi scarnificati venivano accuratamente lavati con aceto o unguenti, riempiti di paglia e infine vestiti prima di essere posti in loculi o mensole all’interno della cripta stessa.

Cripta Convento San Francesco Assisi – Marsala

Molto spesso, benchè questi sepolcreti si trovassero all’interno delle chiese, venivano gestite da confraternite laiche.

Molte le chiese e i luoghi di sepoltura che contava Marsala.

Purtroppo,  a seguito dell’editto di Saint Cloud emanato da Napoleone il 12.6.1804 e successivamente esteso al Regno d’Italia il 5.9.1806, le cripte sono state cementate o addirittura distrutte.

Dimenticando che oltre al valore spirituale che rappresentano esse potrebbero essere di importanza Storico e Turistica, nessuno degli organi competenti, Belle arti, Consiglio Comunale, o altro ha cercato di valorizzarle. Ogni sollecitazione a prendere in seria considerazione la ripulitura ha avuto sempre la stessa risposta … “Non è di nostra competenza” … 

Chissà se un giorno “ Chi di Competenza” avrà la volontà di ridare questo patrimonio, restaurato e ripulito a Marsala; ma soprattutto dare a quei  corpi che  ancora oggi giacciono in mezzo ai materiali di risulta  una degna e  onorata e Cristiana sepoltura.

(Antonino Ampola)

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                        Cripta della Chiesa del Convento del Carmine

Cripta del Convento di San Antonino