Filippo Zizzo
Così lo ricordano i suoi contemporanei:
Anche noi ci possiamo gloriare dei poeti così detti zappatori: Zizzo n’è uno dei più illustri: le sue poesie vanno per la bocca di tutti i nostri contadini che le sanno a memoria e le recitano mentre lavorano la terra.
Nato nel 1791 fu presente a tutte le sedute accademiche del tempo, ed era bello sentirlo poetare sui temi assegnati dall’occasione festiva ed accademica, nell’abbigliamento villereccio di allora. Tutti lo ricordano con vero piacere : perché rivelava un ingegno sorprendente ed una Musa tutta fuoco ed ardimento, non priva di quell’arte che è spontanea imitazione della natura.
Socio dell’Accademia Lilibetana.
Analfabeta, contadino e povero, fu poeta; ispirato in questo cielo incantevole e nelle bellezze dei campi, che percorreva a piedi; verseggiava; ripeteva pelle campagne le sue poesie anacreontiche, che tutte le teneva a memoria, e tutti lo applaudivano e lo complimentavano.
Invitato nei matrimoni, improvvisava poesie, faceva brindisi ed augurii agli sposi. Elemosinando pei santi, nella recollezione delle messi e delle uve, recitava versi e riceveva doni. Visse e morì povero nel 1864. Delle sue poesie molte sono state manoscritte, si desidera la pubblicazione.
( Uomini illustri: Storia di Marsala – Not. Spanò- Pag. 103 )
Altre opere:
Ritrattu di lu pueta
Un Patri alli figghi
Figura di la vita di l’omu