Chiesa Madonna Addolorata -La Madonna del Tuono
Chiesa dell’Addolorata: P.zza dell’Addolorata –
Quella che oggi viene denominata Madonna Addolorata e che vede annualmente essere onorata con una processione che si svolge il Venerdì Santo, inizialmente era appellata “ Madonna del Tuono”.
Si narra che una statua della Madonna a grandezza naturale, spesso visitata dai cittadini per chiedere grazie, era situata in una nicchia posta sotto l’arco della porta Garibaldi allora denominata, per la sua posizione, “Porta di Mare”.
Il 14 Luglio del 1691, intorno alla mezzanotte, una violenta tempesta riempi il cielo di Marsala di tuoni e fulmini tanto da indurre i cittadini terrorizzati a riparasi sotto il portico ove era situata la statua, per chiedere alla clemente Signora di liberarli da quella tempesta.
Tra i tanti impauriti dalla burrasca vi era anche un ragazzo giunto in groppa al suo cavallo per porsi anch’egli sotto la protezione della Madonna.
Nonostante le suppliche e le preghiere sembrava che il temporale non intendesse arretrare, anzi, con il passare del tempo, i tuoni e i fulmini continuavano ad aumentare creando ogni volta nuovo terrore e inducendo i presenti a segnarsi con la croce gridando “Madre Santissima, liberateci Voi”.
Narra Domenico Stanislao Alberti della compagnia di Gesù, nel suo libro “Meraviglie di Dio in onore della sua S.S. Madre riverita nelle sue celebri immagini in Sicilia, (PA 1718,p.306 e sgg.) :” Cadde allora su questo stesso luogo un impetuoso fulmine, il quale poi che ebbe girato e raggirato dintorno a quella gente, e lasciativi i segni del suo furore nelle mura, senza far danno veruno alle persone, andò in fine a seppellirsi entro le viscere di quel cavallo , donde era poco prima smontato quel figlioletto, come sopra si è detto. Una grazia così grande appena si sparse per la città, che i cittadini corsero a folla a ringraziare la S.S. Vergine, la cui immagine a differenziarla dall’altare, cominciò a dinominarsi dal popolo, la Madonna del Tuono. Tante furono le limosine dè divoti, che le fu prestamente edificata una bella Chiesa”.
(Antonino Ampola)