MARIA DELLA CAVA: “ DA SEMPRE AL SERVIZIO DELLA CITTA’”

Marsala, dopo il 1793 e fino al 1802, viveva uno stato di  irrequietezza per la imposizione non dovuta di una  gabella di tarì 6 per ogni quintale di olio prodotto.

Credendosi esente per i servigi fatti alla Corona,  Marsala citò il Fisco e la R. Corte mettendo  sotto la protezione d Maria SS. De la Cava l’esito della Causa che doveva essere disputata a Palermo presso il Tribunale del R. Patrimonio.

Vennero raccolte 150 onze che il Sac. Zaccaria Vinci consegnò al Not. Michele Angileri per affrontare le spese.  Purtroppo dopo 4 mesi le cose procedevano ancora lente benché le carte presentate erano fin troppo chiare in favore di Marsala.

Le carte degli avvocati Lilibetani portavano lo stemma di Maria della Cava e quando fu stabilita la trattazione per il 9 Marzo 1802 si fecero tridui e preghiere continue fino ai 6 Dicembre per ottenere la grazia richiesta.

Finalmente, l’8 Dicembre arriva a porticella un pedone da Palermo con un plico al Sindaco colla scritta “Procedat petitio civitatis Marsaliae salvis  Juribus in nuovo petitorio”.

Esultò Marsala, facendo anche la così detta furgeggia oltre il triduo di ringraziamento per la riacquistata esenzione di cui godeva.

PREGHIERA ALLA MADONNA DELLA CAVA

 

Marunnuzza di la cava

Dati aiutu a cu vi chiama

Iu ti chiamu a casa mia

Pi proteggere l’anima mia.

Pi  stu figghiu chi aviti ‘mrazza

Iu vi chiedu una grazia

A lu populu divotu

Di scanzari di u tirremotu

E a Vui facemu festa

Di scansarini da timpesta,

e pregannu lu cori Piu

di scansarini di ù castiu

e la nostra immaggineddra

di Marsala è la chiù beddra

dati aiutu ed assistenza

pi iu fari la pinitenza

Cu stu figghiu chi aviti in ‘mbrazza

Cunciditimi sta grazia

( Chiedere la grazia che si desidera)

O chè beddra o chè soave

Viva la Madre di la Cava.