Anita Garibaldi

Anita Garibaldi

“Tu donna forte e generosa, con che disprezzo guarderai questa ermafrodita generazione di Italiani: questi miei paesani ch’io ho cercato di nobilitare tante volte e che si poco lo meritavano! .

E’ vero: il tradimento ha paralizzato ogni slancio coraggioso; ma comunque sia, noi siamo disonorati, il nome italiano sarà lo scherno dello straniero di ogni contrada. Io sono veramente sdegnato di appartenere ad una famiglia che conta tanti codardi…”

Ma chi era questa donna a cui il Generale Giuseppe Garibaldi scrive  deluso e amareggiato nonché sentitosi tradito.

Anita, il cui vero nome era “Ana Maria de Jesus Ribeiro da Silva”  nasce a Morrinhos, nello stato brasiliano di Santa Catarina il 30 Agosto 1821.

Terza di dieci figli, vive la sua adolescenza in una estrema indigenza causata anche dalla morte del padre Bento.

Giovanissima, all’età di quattordici anni, per cercare di migliorare le condizioni indigenti della famiglia decide di sposare nella città brasiliana di Laguna – Manuel Giuseppe Duarte – un uomo dalle molteplici professioni  che economicamente riesce a soddisfare le esigenze familiari.

Ma non è un matrimonio d’amore.

Nel 1839, giunto Giuseppe Garibaldi e i suoi uomini nella città di Laguna con l’obbiettivo di conquistarla, conosce Ana (Anita ) e contraccambiato se ne innamora.

Da quel momento Anita, abbandonato il marito.

Fu compagna di vita e compagna d’armi di Giuseppe Garibaldi combattendo a suo fianco; incurante dell’orrore causato dagli scontri, dai morti e dalle sofferenze dei feriti ella stessa  partecipa alle battaglie  sia via terra che per mare.

Nel 1840, benché incinta di sette mesi, partecipa alla battaglia di Curitibanos in Brasile dove viene presa prigioniera dalle forze nemiche ma con molta astuzia riesce a fuggire a cavallo per poi raggiungere Garibaldi (temuto morto) in una fazenda vicino il Rio Grande do Sol.

Il 16 Settembre dello stesso anno Anita da alla luce un bimbo cui danno il nome Menotti in onore di quel Ciro eroe italiano; ma quello che doveva essere un periodo lieto coronato dalla nascita del figlio continua a essere un periodo di paure e tribolazioni.

Dodici giorni dopo la nascita del figlio Anita è costretta ancora una volta a scappare. Si salva dal tentativo di cattura da parte degli imperialisti che hanno circondato la casa fuggendo a cavallo con il bimbo in braccio.

Quattro giorni dopo Giuseppe Garibaldi e i suoi uomini la ritrovano in un bosco dove si era rifugiata.

A questo punto si trasferiscono a Montevideo, in  Uruguay dove Anna partorisce tre figli (una sfortunatamente muore) e nel 1842 si sposano.

Ma il destino di Garibaldi è portare l’Italia verso l’unità nazionale.

Cinque anni dopo Anita, Garibaldi e i piccoli si imbarcano per raggiungere Nizza accolti dalla madre di lui.

Ma anche qui dove Garibaldi combatte, Anita è al suo fianco condividendo gli stessi ideali.

Con i capelli tagliati e vestita da uomo partecipa ancora a molte delle battaglie e dove gli uomini non la seppero fermare fu la malaria a fermarla.

Febbricitante, arrivati a piedi da Magnavacca a Mandriole e ospitati da un fattore, il 4 Agosto 1849 Anita muore.

Solo dieci anni dopo Garibaldi si reca a Mandriole a riesumare il corpo per portarlo a Nizza per riposare accanto ai suoi cari.

Nel 1931 il Governo Italiano reputa opportuno trasferire il corpo di Anita nel Gianicolo, a Roma, costruendole  accanto un monumento che la rappresenta a cavallo con il bimbo in braccio.

 

(Antonino Ampola)