Agrumi a rischio.

Agrumi a rischio.arance

Attenzione per chi fa torte o liquori;  non sempre il bell’aspetto è sinonimo di qualità.

Prodotti provenienti dal Sud Africa, Spagna, Grecia, Egitto, vengono oggi esposti in bella mostra sugli scaffali dei supermercati in barba ai produttori Siciliani che vedono marcire sugli alberi i loro prodotti, forse esteticamente meno belli, ma sicuramente più sicuri e pregiati. La maggior parte delle bucce non è commestibile.  Il bell’aspetto non  è dovuto  a qualità migliore ma a additivi e sostanze,  per lo più tossiche alle alte concentrazioni,  che evitano la formazione di muffe o danno ai frutti un aspetto più scintillante e lucido.

 Benchè in Italia alcuni prodotti non sono autorizzati al trattamento degli agrumi, l’Europa non la pensa così, per cui, i confezionatori di altri paesi possono utilizzare cere e prodotti fungicidi esportando da noi i prodotti confezionati e trattati in tal maniera.

Molte  oggi le associazioni di categoria che continuano a dare  Allarme rosso per le colture di Limoni siciliani. Dopo più di duemila anni, sembra che questo frutto, appellato da Virgilio nel libro 2°  delle Georgiche quale “citrus medica de botanici”  (coi versi Media fert tristes succos)”, tenda con l’importazione da altri stati, a scomparire dalla Sicilia e dall’Italia stessa.

Come riportato dal giornale on line “ La stampa Italia”, negli ultimi 15 anni, secondo dati ISTAT ripresi da coldiretti, la produzione dei limoni si sia ridotta del 50%; degli aranci del 31%; dei manderini il 18%; stessa fonte cita che nel 2016  (colpevole anche il clima asciutto che ha ridotto le dimensioni dei frutti) le industrie di trasformazione hanno pagato ai coltivatori solo 10 cent. a Kg non superando 40 cent. per i prodotti migliori.

Prezzi ridicoli per chi affronta spese di produzione, lavoro, sacrifici nella coltura di questi frutti dalla buccia dorata. Compensi ridicoli contro utili da capogiro se si pensa che un bicchiere di succo viene venduto da taluni distributori fino a 5 €  e dai supermercati a 4,50 € al Kg.

 Uno schiaffo all’agrumicoltura Siciliana e ai produttori che  sempre più  abbandonano terreni alle erbacce invece di valorizzare quel prodotto che da secoli è stato il fiore all’occhiello soprattutto del Sud Italia. Occorre che noi siciliani per primi si cambi mentalità privilegiando i prodotti locali di qualità.

E’assurdo che al posto di difendere le nostre produzioni, si privilegiano le forti lobbies di importatori esteri.