Maria S.S.della Catena

Maria S.S.della Catena

Celata e sommersa da erbacce  nella via S.Angileri dietro un alto muro angolo via Ogliarello,  ad un attento osservatore non può sfuggire la sagoma di un arco facente parte originariamente di una di quelle che furono tra le più belle e prestigiose chiese della città di Marsala “Santa Maria la Nuova volgarmente detta Maria S.S. della Catena”  protettrice degli Schiavi e dei Prigionieri.

Benchè il culto sembra essere nato a Palermo verso la fine del 1300, trovò la maggiore venerazione intorno al 1500 quando le incursioni barbaresche creavano terrore con le loro frequenti incursioni, soprattutto al Sud, e la congregazione dei Padri Mercedari si adoperava per il loro riscatto.

Per la tipologia di grazie che a Lei vengono richieste, la Madonna delle Catene viene spesso associata alla Madonna della Mercede e alla Madonna del Soccorso.

Come citato dal Prof. Giovanni Alagna nel suo libro Storia di Marsala SIGMA edizioni,  pag 97, “La chiesa e confraternita di Santa Maria la Nuova o della Catena sono attestate sin dal 1442, ma la documentazione ad essa relativa è assai scarsa …. Nel 1897 secondo il visitatore generale, monsignor Quattrocchi, era decente e ben adornata. Successivamente la Chiesa, sebbene fosse monumento nazionale, fu lasciato andare in rovina”.

Nascita della Devozione

IL MIRACOLO

Il culto alla Madonna della Catena sembra trarre  origine da un evento miracoloso avvenuto a Palermo nel 1392 quando regnava in Sicilia Martino I° il Giovane.

Si narra che tre uomini, ingiustamente condannati, furono condotti a Piazza Marina per essere giustiziati.

Fortunatamente per loro un provvidenziale temporale costrinse i carnefici a sospendere i preparativi per l’esecuzione e rifugiarsi nella chiesa della Madonna del Porto.

In attesa che si placasse il temporale i carnefici legarono con doppie catene i tre condannati sotto la statua della Madonna aspettando che spiovesse, ma il temporale continuò per tutta la giornata tanto che le guardie dovettero passare l’intera notte nella chiesa per sorvegliarli.

Sentendo prossima la loro fine i tre in lacrime alzarono le loro preghiere alla Madonna supplicandola di salvarli.

La tradizione narra che un provvidenziale sonno scese sui soldati mentre le catene che li legavano si spezzavano da sole.

Inoltre, mentre il portone della chiesa si apriva da solo udirono una voce che li rassicurava dicendo “Andate pure in libertà e non temete cosa alcuna; il Divino Infante che tengo tra le braccia ha già accolto le vostre preghiere e vi ha concesso la libertà.

(Antonino Ampola)

 

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