Beata Vergine dei Miracoli – Chiesa di San Antonino

Beata Vergine dei Miracoli

oggi – Chiesa San Antonino-PiazzettaSan Antonino.

Prefazione

Nel 1519 Carlo V°, per combattere le continue incursioni piratesche che terrorizzavano il Mediterraneo, ordinò a Ugo Moncada di proteggere le coste siciliane armando una flotta e ivi dirigersi.

Partito dalla Spagna, il Moncada, al largo di Trapani venne allo scontro con una flottiglia Saracena perdendo due galee e rimanendo egli stesso ferito.

Riparato inizialmente a Favignana, nel tentativo di riorganizzarsi e in attesa di cogliere il momento opportuno per la partenza, sopraggiunto ormai l’inverno, decise di rinviare la partenza e riparare con i suoi soldati a Marsala.

Nonostante le proteste e i tentativi di evitare tale sbarco, il 25 Nov.1519, circa 10.000 soldati spagnoli sbarcarono in città rubando  e razziando ogni quanto gli servisse.

Furono cinque mesi di terrore per i cittadini che, per paura e per necessità, emigrarono o ripararono in campagna.

Pozzi, chiese, luoghi di sepoltura e ogni altro idoneo, divennero luoghi ove nascondere oggetti di valore per evitare tali razzie; purtroppo, nonostante ciò, ben poco rimaneva delle ricchezze e dei magazzini ben forniti della città quando i soldati ripartirono.

Nessuna coltura agraria era sopravvissuta; Alberi, viti, porte, finestre, travi del tetto  e ogni altro in legno, erano serviti a riscaldare l’inverno dei soldati; gli animali domestici quali galli, oche, maiali che circolavano liberi nei cortili erano ormai inesistenti.

A parziale riscatto di quanto causato dai soldati, il vicerè, su richiesta del governo cittadino, concesse alla città di Marsala una dilazione ottennale dei debiti per favorire il ritorno degli emigrati e l’afflusso di nuovi abitanti.

Tale concessione permise alla città di riorganizzarsi e chiamare nuovi cittadini delle città circostanti i quali, vedendo una nuova possibilità di miglioramento economico, ripopolarono quella che di circa mille abitazioni si era ridotta a non più di cento.

Beata Vergine dei Miracoli

Tra i beni e i tesori nascosti dai cittadini e dai religiosi, nel tentativo di sottrarli sia alle incursioni Barbaresche che allo scempio spagnolo, una meravigliosa immagine di una Madonna con Bambino che sorregge il mondo venne celata in una parete di una chiesa denominata “Signora la Raccomandata” sita nel quartiere San Tommaso.

IL MIRACOLO

Si narra che, un giorno del 1563-64, alcuni ragazzi giocando a tirar sassi nei pressi di un muro di quella che era stata la chiesa della Raccomandata, scrostando ulteriormente l’intonaco di una parete scoprirono l’immagine di quella meravigliosa immagine a suo tempo celata.

Esultando per la scoperta corsero a casa e con un probabile fondo di bottiglia, dell’olio, uno stoppino e tre laccetti, improvvisarono una piccola lampada che posero sotto l’immagine.

Giunto ormai l’imbrunire, accesa l’improvvisata lampada, rientrarono a casa con il proposito di rivedersi lindomani per meglio sistemare il tutto.

Fattosi nuovo giorno e ritornati nel luogo del ritrovamento, grande fu la loro sorpresa nel vedere che il tremolio del lumicino, nonostante avesse bruciato le cordicelle della lampada, si manteneva in aria senza alcun sostegno.

In brevissimo tempo la notizia raggiunse tutti i cittadini Lilibetani e delle città limitrofe che vennero ad ammirare l’inaspettato miracolo.

Successivamente, rimossa l’immagine dal muro, in migliaia parteciparono ad una processione per condurla al riparo nella Chiesa della SS. Trinità (altri dicono San Leonardo).

Riunitosi il Consiglio cittadino, si decise di erigere, in quel luogo, un monastero di Moniali affinchè curassero il culto della Madre di Dio che, per l’occasione, venne ribattezzata “Santa Maria dei Miracoli.”

Passati circa sei mesi e visto che la edificazione del convento non avveniva, si decise di affidare l’incarico ai Monaci Francescani – frati minori dell’osservanza- comunemente chiamati “Zocculanti” per le particolari calzature che indossavano.

 Ben presto il convento, se non totalmente completato, era già idoneo alle celebrazioni del culto.

Sia la Chiesa che la Cripta sottostante idonea ad  accogliere i defunti, già dal 1° Novembre 1566, erano già efficienti (ciò è possibile desumerlo dal riscontro del primo sepolto “Luca Maiale o Curiale” avvenuta in tale data).

Botola secondaria ingresso Cripta

Oggi la chiesa è meglio conosciuta con il titolo di “San Antonino” grazie ad una statua di San Antonio da Padova che i frati minori avevano posto all’interno della chiesa e di cui erano devoti.

 

San Francesco di Assisi,

 

 

San Pasquale Bailon,

 

Madonna della Grotta,

San Francesco di Paola,

Immacolata Concezione,

 San Giuseppe,

Madonna Addolorata e Gesù Crocifisso,

Santa Agnese,

San Vito,

.

San Luigi Gonzaga, Assunzione di Maria al cielo, Madonna dei Miracoli, San Liborio e Gesù bambino attorniato da frati e Santi sono i quadri posti sopra gli altari.

Nel 1866 a seguito soppressione degli ordini religiosi, il Demanio concesse l’intero fabbricato al Municio il quale, a sua volta, lo vendette mediante asta pubblica.

Come citato dal Prof. Giovanni Alagna nel suo libro “Marsala – Il Territorio ed. Sigma,

Il convento fu comprato da privati cittadini che lo trasformarono in case di civile abitazioni.

La chiesa il 10 Agosto1881 fu comprata dal canonico Antonino di Giovanni, che intendeva conservarla per il culto.

Nel 1904 alla morte del Di Giovanni passò ai suoi eredi e nel 1950 insieme con la sagrestia fu acquistata dal canonico Giovanni Pensavecchia, dell’Ordine di San Antonio di Padova, noto come fra Marcellino, che la tenne aperta al culto finchè visse.

Oggi, la chiesa trasformata in Rettoria, viene aperta con regolari celebrazioni ogni lunedì alle ore 18,30.

 

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